martedì 27 dicembre 2005

Sala Verde del Museo archeologico, il Senet



Pomeriggio post-natalizio dedicato ai giochi dell'antichità nella Sala Verde del Museo di archeologia ligure. Il Senet è un gioco da tavoliere diffuso nell'antico Egitto. Nella tomba del faraone Tutankhamon ne sono stati ritrovati molti esemplari in legno e avorio, con cassetti per le pedine collocati sotto la scacchiera. A Palazzo Ducale, durante Matefitness, il docente di egittologia dell’Università di Genova Giacomo Cavillier ha tenuto una conferenza-gioco organizzata dal Museo di archeologia ligure e dedicata al Senet. Per l’occasione sono stati recitati dagli studenti del corso i passi del Libro dei Morti, trovato in molti corredi funerari dell’epoca (in cui si trovano anche le regole del gioco).

domenica 29 maggio 2005

I viaggi dell'oca alla Galleria d'arte moderna



Sopra, Le Prix de la Sagesse, ou La Fontaine en Jeu (à Paris chez Demonville, Imprimeur Libraire, Rue Christine N° 2, déposé à la Bibliothèque Impériale, 1810; esemplare acquarellato a mano del Musée national de l¹Education, Institut National de Recherche Pédagogique; vedi anche, su GiochiDell'Oca.it, l'esemplare in bianco e nero del British Museum); campeggia sullo sfondo il dipinto Dante e Virgilio incontrano Paolo e Francesca (1850), di Giuseppe Frascheri.



Sopra, Round the World with Nellie Bly nell'edizione in bianco e nero pubblicata sul World di New York il 26 gennaio 1890. Sotto, un gioco dell'oca italiano del XIX secolo.



Foto di Enrico Pierini.

venerdì 27 maggio 2005

Galleria d'arte moderna, giochi dal mondo dell'800

Il diciannovesimo secolo è un periodo in cui si vuole divertire ma soprattutto educare. Alla cosmopolita Galleria d'arte moderna, come omaggio agli artisti presenti nella raccolta, si è scelto di presentare giochi ottocenteschi provenienti da paesi stranieri.



Nell'Ottocento fioriscono in Europa molte versioni del gioco dell'oca, sul punto di sparire o quasi dal gioco degli adulti a trecento anni dalla sua nascita, come il francese Le Prix de la Sagesse, ou La Fontaine en Jeu (à Paris chez Demonville, Imprimeur Librarire, Rue Christine N° 2, déposé à la Bibliothèque Impériale, 1810), con i colori ingenui e sgargianti dell'Imagerie d'Epinal, che accompagna il gioco con le scene dalle famose fiabe di Jean de La Fontaine (1621-1695).
Il faut jouer ce jeu comme le jeu de l'Oie, et convenir seulement de répeter le vers du nombre où l'on devra mettre sa marque: celui qui ne pourra le dir paiera le prix convenu. Cette méthode rendra le jeu plus piquant, et aura l'avantage de graver dans la memoire de bons principles de morale.
(La copia è stata gentilmente concessa dal Musée national de l¹Education, Institut National de Recherche Pédagogique, Mont Saint-Aignan, Francia.)



Al museo è stato riprodotto un altro gioco a tema morale, The Mansion of Happiness. An instructive, moral and entertaining amusement (1843), il primo gioco da tavoliere prodotto in America. Le istruzioni si aprono con un incoraggiamento in rima:
At this amusement each will find
A moral fit t' improve the mind:
It gives to those their proper due,
Who various paths of virtue pursue,
And shows (while vice destruction brings)
That good from every virtue springs.
Be virtuos then and forward press
To gain the seat of happiness.
E non è da credere che per i bambini il raggiungimento della felicità fosse una conquista da dare per scontata. Precisava Lisa Greenberg, qualche anno fa, sul Los Angeles Times:
Even 100 years ago, if parents were asked, "What do you hope your children will be when they grow up?" the most honest answer would likely have been "alive." At a time in which nearly a third of all U.S. deaths were among children under the age of 5, happiness was a luxury.
In The Checkered Game of Life (pat. 1866) il giocatore parte dalla nascita per raggiungere l'Happy Old Age cercando di andare al college e di sposarsi, evitando la pigrizia, il gioco (quello d'azzardo), la povertà, la rovina e il suicidio, casella che lo elimina dal tavoliere, spostandosi su una scacchiera anziché lungo il percorso obbligato dei tavolieri che lo precedono.


The game represents, as indicated by the name, the checkered journey of life, and is intended to present to the minds of the young the various vices and virtues with which they will come in contact in their journey through life, and to illustrate the effects of each in a manner that will make a lasting impression on their minds, the whole being embodied in an attractive and entertaining amusement, well calculated to interest youth and adults.

(Nell'immagine: l'indicatore [dial] con cui ogni giocatore registra il proprio percorso sulla scacchiera e che spiega in quale direzione debba muovere la pedina a seconda del numero ottenuto.)

Un gioco, dunque, innovativo ma con precisione lo spirito che informa quell'America figlia delle colonie: al gioco, è stato dato questo nome perché oltre voler divertire "is intended to forcibly impress upon the minds of youth the great moral principles of virtue and vice" (corsivo nostro). Giochi che vogliono divertire ma anche indicare la retta via. E di successo, specie nei momenti di crisi. Scrive Margaret K. Hofer in The Games We Played. The Golden Age of Board & Table Games (2003):
At the outbreak of the Civil War, sales of board games soared as families turned inward to grapple with the deep split wrenching the nation. During the war's first winter season, The Checkered Game of Life sold an unprecedented 40,000 copies.
(Copie gentilmente concesse dalla Washington American Antiquarian Society, Worcester).



Round the World with Nellie Bly, invece, riprende l'antico meccanismo a spirale dell'oca per celebrare una conquista resa possibile dall'innovazione: i nuovi mezzi di trasporto hanno reso il mondo più piccolo. Si gioca con la pagina che il giornale World di New York ha dedicato il 26 gennaio 1890 a questa venticinquenne giornalista d'assalto (e, in qualche modo, "protofemminista") al suo ritorno dal giro del mondo in 72 giorni, uno dei quali è stato dedicato a una visita di cortesia a Jules Verne, ispiratore della sua titanica impresa. (La copia è stata gentilmente concessa dalla Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti, Washington).

lunedì 23 maggio 2005

Il Ludus Latrunculorum tra i marmi romani



Si gioca col Ludus Latrunculorum (“Gioco dei soldati”) fra i marmi della collezione romana del Museo di archeologia ligure di Genova Pegli. – È uno dei giochi più popolari della Roma antica ed è arrivato sino a noi come ritrovamento archeologico. “La maggior parte della gente passa la giornata giocando ai latrunculi”, scrive Macrobio nei Saturnalia, e Plinio il Giovane riferisce nelle Epistole di una dama ottuagenaria che aveva l’abitudine “di ricrearsi giocando ai latrunculi”. Ogni giocatore portava con sé il proprio set di pedine, al contrario di quanto accade per la Dama di oggi, ad esempio, per la quale ognuno possiede sia i bianchi sia i neri, e queste spesso compaiono negli scavi archeologici nelle zone in cui si accampavano le guarnigioni romane. I tavolieri della plebe spesso erano graffiti in luoghi di passaggio o d’attesa come, nel Foro romano, i gradini della basilica Giulia. Quelli dei ricchi potevano essere di prezioso legno di terebinto, come il tavoliere di Trimalcione “di gusto squisitissimo”, di cui parla Petronio nel Satyricon, il quale usava monete d’oro e d’argento al posto delle comuni pedine di vetro come quelle conservate al museo genovese (giunte da una donazione e quindi dal mercato antiquario, dunque di provenienza ignota). Le regole di questo gioco sono state ricostruite da Ulrich Schädler, direttore del Muséee Suisse du Jeu.

giovedì 19 maggio 2005

Palazzo Bianco, si presenta il Biribissi



Musei di Strada Nuova / Palazzo Bianco - In occasione della Nuit des Musées, è stata presenta al pubblico la riproduzione di un esemplare di Biribissi settecentesco, conservato nella collezione del museo di Palazzo Rosso. (Foto di Silvia Ambrosi)

"Il Biribissi, vero gioco da ladri, faceva furore, come si suol dire, fra le dame d'alto lignaggio, e naturalmente anche fra gli uomini che le corteggiavano", scrive Casanova nella Storia della mia vita. "Antenato" della Roulette con cui si gioca oggi nei casinò, causa di rovina di molte famiglie aristocratiche dell'epoca e ancora oggi tra i giochi proibiti dal testo unico delle leggi di pubblica sicurezza, il Biribissi è una delle grandi passioni del Settecento italiano. Si è giocato nell'atrio del palazzo sin oltre la mezzanotte sulla riproduzione di un tavoliere d'epoca, olio su tela, secondo le regole pubblicate da trattati d'allora. Proprio come Giacomo Casanova, che a Genova giocò la partita memorabile di cui parla nell'autobiografia.

domenica 15 maggio 2005

Le jeu de l'oye, renouvellé des Grecs (1597-1601)



Al Museo di Sant'Agostino, che ospita sculture, affreschi staccati italiani e liguri, reperti lapidei dal X al XVIII secolo, per la Notte dei Musei si può giocare coi più antichi giochi dell'oca sopravvissuti, tra cui Le jeu de l'oye, renouvellé des Grecs, jeu de grand plaisir, comme aujourd'huy princes & grands seigneur [sic] le pratiquent, A Lyon, par les heretiers de Benoist Rigaud (1597-1601, l'editore di Nostradamus), proveniente dalla raccolta del duca August von Brunswick-Luneburg, appassionato scacchista tedesco dell'epoca, concesso dalla Herzog-August Bibliothek, Wolfenbüttel. Non è ancora arrivato il tempo degli intenti didattici:
Est à noter que ledit Ieu est faict de nombres, depuis un jusques à soixante trois, & celui qui premier attainde à ce nombre final gaigne le Ieu. [...] ui ira au nombre 58, où y a une mort, paye le pris accordé, & recommence de nouveau. E qui serà troqué, paye le pris convenu, & aille au nombre de son compagnon.
Scriveva qualche decennio più tardi il padre Ménestrier, nella sua Bibliothèque curieuse et instructive:
Il y a une autre sorte de jeu, qui semble plus facile pour s’instruire, et qui paraît plus aisé à jouer; c’est le jeu de l’oie si commun et que l’on prétend être venu des Grecs, quoiqu’il n’en paraisse aucun vestige dans leurs auteurs. Ce jeu est beaucoup plus aisé que celui des cartes, parce qu’il est toujours tout entier exposé aux yeux des joueurs, et qu’étant fait en forme de limaçon ou de serpent plié spiralement, il est propre à marquer les choses que l’on veut apprendre
Così come si può giocare col Diletevole Gioco del’Ocha, italiano, conservato nella Raccolta delle Stampe "Achille Bertarelli" di Milano.



Un'altra xilografia più semplice, del secolo successivo (o forse una stampa settecentesca da una matrice più antica) e per un pubblico che conosce già le regole. Anche qui intrattenimento ma soprattutto azzardo, come avverte l'incisore del tavoliere:
Chi non vol perdere non giochi. / Chi perde suo danno che cosi va il gioco.

venerdì 13 maggio 2005

«Giochi proibiti, l'arte si accende dopo il tramonto»

La notte bianca dei musei, domani, screziata di proibito. Dalle 20 alle 24, dieci musei civici e la galleria nazionale di Palazzo Spinola di Pellicceria si spalancheranno, gratuitamente, al pubblico: è la prima "Notte dei musei", iniziativa cui Genova aderisce insieme a duemila gallerie europee. Una primavera di alta cultura, cui si aggiunge una novità: il 59° Premio Strega debutterà a Palazzo Ducale.

Il 26 maggio dalle 18 verranno presentati i libri candidati all'edizione 2005 da cui verrà scelta la cinquina per la finale del concorso il 7 luglio a Roma. Protagonista della notte, a Palazzo Rosso, un gioco d'azzardo settecentesco, tuttora proibito: il Biribissi. Specie di roulette che mandò in rovina più di una nobile famiglia genovese. Si giocava la dote, la virtù della moglie, l'argenteria di famiglia. Condannato dal Minor Consiglio, fece arricchire Giacomo Casanova in una sola notte trascorsa in città (ripartì per Venezia con danari, tappeti e candelabri genovesi avendo razziato il banco). Duemila candele profumate illumineranno i vicoli del centro storico tra i musei di via Garibaldi, Palazzo Spinola, Campetto e Banchi. I negozi della zona saranno aperti fino alle 23, le piazze animate (grazie alla Circoscrizione Centro-Est e ai Civ Meridiana, Lomellini, Maddalena, via Luccoli, Consorzio Loggia di Banchi): un dj set nel minuscolo vico Neve, jazz in piazza Lavagna, tango in piazza di Pellicceria.

 «Nella prima notte dei musei europei Genova s'illumina davvero - annuncia Luca Borzani, assessore alla Cultura - non solo offrendo gratuitamente le proprie collezioni, ma proponendo percorsi insoliti: si attiva così l' osmosi tra beni culturali e territorio». Il gioco, il racconto e la musica: sono i temi conduttori, che impunturano la notte dal centro a Pegli e sino a Nervi (dove i negozi saranno aperti tutta la notte). Ovunque, si giocherà: «Abbiamo voluto riportare all' interno dei musei i giochi che appartenevano alle dimore che li ospitano o al periodo approfondito dalla collezione», spiega Pier Paolo Rinaldi, curatore del tema ludico. Così, se a Palazzo Rosso si rischia con il famigerato Biribissi, all'archeologico di Pegli rotoleranno le biglie di epoca romana.

A Sant'Agostino il gioco dell'oca: le caselle del percorso stampate su carta, nel Cinquecento, erano avveniristiche come oggi il Game Boy. Al D'Albertis c'è l'awelè africano (cui giocavano gl'ingegneri delle piramidi, nelle notti di stelle, per allenarsi con i modelli matematici). Alla Gam di Nervi, il puritanesimo americano nei giochi ottocenteschi: in una specie di Monopoli se si cade nella casella "passione", si retrocede alla casella "acqua fredda". Dalle 19 alle 24, Palazzo Spinola (con Capodimonte a Napoli, la Gam a Roma e gli Uffizi a Firenze unici quattro musei nazionali designati per aderire alla notte europea) accompagnerà bambini e grandi alla scoperta dei suoi segreti e delle due mostre in corso. Fino alle 23, aperte le quattro mostre sul Giappone a Palazzo Ducale (a pagamento). [...]

Il Secolo XIX, "Giocare al museo per una sera"

Corriere Mercantile, "Musei di notte"

la Repubblica, "Giochi proibiti dopo il tramonto"

martedì 10 maggio 2005

Il "gioco nazionale africano" al D'Albertis



Al Museo delle culture del mondo abbiamo proposto l'Awele e il Congklak, suo parente indonesiano. I primi viaggiatori europei che parlano dell'Awele riferiscono di "due straccioni negri, accucciati, che pasticciano lentamente con le lunghe mani nella sabbia, spostando sassolini torno torno" in piccole buche: dev'essere una sorta di degradazione della dama, pensano, visto che secondo loro nelle menti dei "negri" non può entrare la logica dei grandi giochi indoeuropei. Ma è in realtà un gioco in cui il caso non esiste, in cui il risultato dipende dall'abilità dei giocatori di contare e catturare le pedine del campo avversario. Né per caso ha suscitato l'interesse degli scienziati, in particolare quello della nuova branca dell'etnomatematica.