sabato 28 ottobre 2006

I dodici segni e il tavoliere del museo di Efeso



La fotografia di Jens Christoffersen è stata rilasciata su Wikipedia con una licenza Creative Commons (CC BY 2.0) e quindi possiamo ripubblicarla senza sentirci in colpa. Ora, quando si va in vacanza a Efeso, non resta che portarsi in vacanza dadi e pedine.

venerdì 23 giugno 2006

Egitto: il Senet fra matematica, storia e gioco


Genova, Palazzo Ducale: conferenza-gioco organizzata in collaborazione con il Museo di archeologia ligure dedicata ai giochi degli antichi egizi, a cura del docente di egittologia dell’Università di Genova Giacomo Cavillier. Per l’occasione vengono recitati i passi del “Libro dei Morti”, trovato in molti corredi funerari dell’epoca, in cui si spiegano le regole del Senet, gioco astratto che permetteva alle anime dei defunti di accedere all’aldilà. I partecipanti si sono poi cimentati in prima persona con il Senet ricostruito da Elio Micco e Pier Paolo Rinaldi per il progetto che sta portando i giochi storici nei musei genovesi.
  Immagine da Wikipedia: Nefertari che gioca a Senet, 1298-1235 aC; fonte The Yorck Project: 10.000 Meisterwerke der Malerei. DVD-ROM, 2002. ISBN 3936122202. Distributed by DIRECTMEDIA Publishing GmbH.

lunedì 5 giugno 2006

Kazakhstan, la pietra del Toguz Kumalak



Maksat Shotaev ha diffuso sul gruppo Mancala Games una splendida immagine di un tavoliere di pietra in uso:
A stone board, which already more than 500 years. Strangely enough on this board may play Oware and Bohnenspiel, but not Kalakh.
Neonomad.kz ha una sua bella intervista, eccone un estratto tradotto dai robot):
Originariamente il gioco era un togyzkumalak modelli diversi livelli di tre, cinque e sette. Oggi si giocano secondo le regole della classica migliorata in nove livelli. [...] Naturalmente, abbiamo voluto mostrare al mondo che kazaki hanno un ricco patrimonio, della cultura intellettuale che promuove la formazione e lo sviluppo come esseri umani. Inoltre, la promozione del gioco togyzkumalak nazionale, abbiamo deciso di fare un modesto, ma il suo personale contributo all'umanità in generale. [...]

Nel nostro gioco c'è una regola che si chiama "tuzdyk" (letteralmente - il condimento). Può essere considerato come possedere una casa, cioè, dove ci sono due chip, è necessario spostare terzo, e solo allora si può portare a casa.

E come si può interpretare il concetto di "proprietà della casa"? Semplice: due giovani - un ragazzo e una ragazza - si innamorò di loro, hanno creato una famiglia, ma senza un erede la casa è vuota. Un altro punto interessante nel nostro gioco: anche il numero porta successo, ma, diciamo, l'americano gioco vittoria "Kalah" porta il numero uno, che è la solitudine. Chi fu il primo avvio, vince.

giovedì 25 maggio 2006

Archeologico, in gioco la Roma vista dal '700



In aggiunta al Ludus Latrunculorum e al Ludus Duodecim Scripta, per l'edizione 2006 della Nuit des Musées a Pegli si è guardato a Roma attraverso un gioco dell'oca a tema storico, il Grand Jeu de l'Histoire de Rome, depuis sa Fondation jusqu'a César Auguste, 2e Empereur (1771), riprodotto dall'esemplare nella collezione del Musée National dell'Education di Rouen. Si tratta di un gioco a metà strada fra il divertimento e l'istruzione per rampolli della nobiltà francese, con incisioni di quelle scene della storia romana che erano i punti base dell'apprendimento della materia. Spiega il tavoliere:
Il faut convenir de ce que l'on va jouer et ce qu'il faudra payer aux rencontres et accidens qu'on éprouve dans ce jeu, instructif pour les Enfants, et meme pour les grandes personnes.

domenica 21 maggio 2006

Biribissi "all'uso di Genova", o Giuoco Reale



Il Biribissi è una delle grandi passioni del Settecento italiano, causa di rovina per molte famiglie aristocratiche e ancora oggi tra i giochi proibiti dal testo unico delle leggi di pubblica sicurezza. Il tavoliere proposto per la Notte dei Musei 2006 è la riproduzione di un esemplare settecentesco, dipinto a olio su tela, di proprietà della raccolta di Palazzo Rosso, e il gioco ha seguito le regole pubblicate da Raffaele Bisteghi nel Giuoco Pratico (1760), raccolta dei passatempi più diffusi nella buona società a cavallo tra XVIII e XIX secolo (ma con le monete di cioccolata).

sabato 20 maggio 2006

Giochi antichi fra mummie e sculture romane



Tra le molte iniziative del Museo di archeologia ligure, i giochi dell'antichità: Il Ludus Latrunculorum, romano, con tavolieri graffiti su marmo e pedine di vetro, riscostruiti da reperti archeologici, e il Senet dell'antico Egitto (a pochi passi dalla mummia e dal sarcofago del sacerdote Pasherienaset).

sabato 8 aprile 2006

Un Giro del Mondo del 1890 per il Capitano

In omaggio al padrone di casa, il Capitano D'Albertis (1846-1932), viaggiatore, scrittore, spirito avventuroso e curioso che ha attraversato la storia di mezzo secolo, legando la propria vita ai viaggi e inserendosi nella vicenda culturale della Genova di fine Ottocento, abbiamo presentato un gioco che non gli è solo contemporaneo, ma che è anche dedicato alla sua passione per il viaggio (e più semplice da giocare, per i più piccoli, di quelli della famiglia dell'awele/mancala).



Un Giro del Mondo italiano (Arti Grafiche Bertarelli, Milano 1890) che funziona come un gioco dell'oca e in cui si viaggia con i mezzi di trasporto dell'epoca; c'è una bandiera degli Stati Uniti con qualche stella di meno e i "Pirati Chinesi" spaventano i viaggiatori come i Tigrotti di Mompracem dei romanzi di Emilio Salgari. Il gioco ha anche qualche regola che oggi ci fa sorridere dei pregiudizi, ma anche dell'ingenuità, dell'Italia dell'Ottocento: chi capita nella casella 56, a esempio, "cade in potere degli Indiani Pelli-rosse che lo mangiano vivo" e viene eliminato dal gioco.


Scrive l'editore nel 1890:
Nell'offrire alle famiglie questo gioco, abbiamo avuto di mira il divertimento e l'istruzione. Rendere dilettevole la scienza, imprimere ad un passatempo di società la nobile missione di arricchire la mente di cognizioni utili e varie, ecco lo scopo che ci ha guidati in questa compilazione. Il Giro del Mondo è diviso in 80 numeri, seguendo l'itinerario della Società dei viaggi di studio intorno al mondo, residente in Parigi.